EAGLEXMAN: I PROTAGONISTI!
Chi sono i partecipanti della prima edizione di eagleXman?
MARCELLO SANNA – MARS-L
Perché hai scelto eagleXman?
Perché non è solamente una gara, è qualcosa di più che va oltre una gara full. Ogni gara per un triatleta è una sfida durissima, in primis con se stessi, ma questa gara pone qualche tassello in più all’estremo che già una competizione di lunga distanza detta. Ecco, questo è un ingrediente chiave che mi ha stimolato.
A chi vuoi dedicare la tua finish line?
La dedico a mia moglie che mi supporta sempre in tutto, a mio fratello Mirko che si allena e gareggia insieme a me, al mio preparatore Stefano La Cara e a tutte le persone che mi supportano e credono in me (…e anche a quelle che non ci credono).
Perché vuoi diventare un eagleXman?
Perché amo spingermi sempre oltre! Oltre i miei limiti fisici e mentali per mettermi continuamente alla prova. E questa è una prova estrema che mi gratificherà per sempre… Mi piace chiamarlo “state of grace”.———————————
L’emozionante racconto dell’EagleXmaN del nostro Mars-L ??…
Ore 04:00 del 24/07/21: suona una dolce sveglia che annuncia l’inizio di una giornata che segnerà per sempre la mia vita e quella di tutti gli atleti che sono qui con me.
La quiete del calmo lago di Campotosto lascia pian piano che i minuti passino,lasciando spazio ad un caos organizzato e crescente dove di lì a poco ci sarà il via ad una gara epica, l’EagleXman, un Ironman Extremo che prevede un dislivello complessivo di circa 6000 m con prima frazione di nuoto a circa 1300m di quota. L’atmosfera è surreale perché vige un misto tra adrenalina, stupore e consapevolezza di ciò che ci aspetta (e anche di ciò che non si sa) e del lungo e arduo percorso di gara che si prospetta! Dopo diversi pensieri e ripassi mentali affinchè tutto sia come deve essere, ci prepariamo ad affrontare la prima frazione di nuoto di questa impresa che, dopo rinunce e ritiri, alla fine vedrà soltanto pochi degli atleti iscritti arrivare alla finish line.
I preparativi sono in atto e anch’io chiarisco le ultime fasi, dopo aver dormito circa due ore in tutto e dopo aver trascorso la notte a ripassare tutte le varie frazioni della gara, sia tecniche che logistiche, riuscendo tra un pensiero all’altro a fare qualche micro sonno. C’è un bellissimo gioco di luci che incrociano i miei pensieri e quelli di tutti gli atleti che in pieno buio rincorrono le ultime fasi della preparazione!
Ore 05:15 : ecco, dovremmo partire ma ancora ci sono le ultime fasi di posizionamento boe e dunque la partenza slitta e con lei si prolunga l’ansia di iniziare.
Ore 06:00 : ci siamo, entriamo tutti in acqua dove attendiamo il via… col peso della respirazione in quota galleggiamo tutti insieme in prossimità del punto di partenza, guardandoci in un’ atmosfera surreale. VIA! Parto e da subito mi tengo conservativo come da pianificazione gara, spingo il giusto mantenendo il mio passo fisso sui 2’10” come mi suggeriscono i miei occhialini Form ma, preda del distacco dagli altri, provo a spingere un po’ di più per poi tornare consapevole ed imposto il mio passo affinchè risulti il giusto compromesso tra efficienza e riscaldamento ottimale. Bracciata dopo bracciata, boa dopo boa, in condizione ottimale porto a termine quelli che si riveleranno 4200 m di nuoto (un po’ più del previsto) ma comunque rimanendo concentrato su quello che dovrà avvenire! Forte del primo tassello messo in una gara estrema, mi porto alla T1 attraverso un sentiero sterrato, dove già solo i 200 m che lo separano dal lago annunciano l’elevata difficoltà dei percorsi di questa gara. La prima transizione, come le altre, non può essere veloce come in una normale gara IronMan perché bisogna prepararsi per affrontare un contesto diverso che non si conosce, con possibili variazioni climatiche, che richiede dai 5 ai 10 minuti di tempo : tutto deve essere dettagliatamente riposto e programmato, dall’abbigliamento, all’ integrazione, alla bici e ad eventuali intoppi.
Comincio così la mia danza a cavallo delle montagne: sì, lo scenario è proprio quello di un film, ambientato nel Far west e chiaramente come volevasi dimostrare, le salite si rivelano impressionanti in lunghezza ed impegnative sotto un profilo tecnico. La beffa è quella di trovare un caldo estremo ad una quota del genere.
Come da programma stabilito con il mio preparatore STEFANO LA CARA STRONG, imposto il mio passo che vedrà varie fasi, di cui una prima di adeguamento, una di leggera spinta ed una di preparazione alla frazione Run. Così faccio, portando a termine una frazione-bici eccellente, conservativa sotto il punto di vista fisico, tecnico e prestazionale. È incredibile: ogni salita è più dura di quella precedente, ogni salita è più lunga di quella precedente! Ma nonostante la fatica, pedalata dopo pedalata, porto a termine questi 180 km con circa 4000 m di dislivello, che mettono a dura prova testa e gambe ma che grazie anche
all’aiuto del supporter (previsto ed obbligatorio per la fase finale della gara e presente sia negli ultimi chilometri della frazione bici sia da metà corsa in poi) concludiamo questo capitolo superando uno dopo l’altro tutti gli atleti che mi avevano preceduto nella frazione nuoto e concludendo così questa fase, portandomi all’ 8^ posizione generale assoluta. Verso il 160° Km, la concentrazione sale perché so perfettamente cosa mi aspetta. Comincio a pensare che nonostante la difficoltà di ciò che ho appena concluso, ho ancora tantissimo da fare e che, pur sapendo di aver portato a termine qualcosa di bestiale, sono ancora a metà. Arrivo così alla T2 dove, in un arco di tempo di circa 5 minuti, mi preparo per affrontare i primi 36 km dei 42 complessivi, suddivisi appunto in due anelli da 18 km circa in un percorso sterrato ed impegnativo, che si sviluppa tra salite discese, con un ultimo tratto di 6 km, in un estremo guadagno di circa 1100 m di dislivello in soli 6 km che porta sulla vetta a Campo Imperatore.
Parto con il primo giro, e ovviamente anche qui come da programma, con un passo conservativo mi porto sui 5’30”/6′ a Km e mi accorgo fin da subito che l’aria è caldissima e afosa, in un contesto privo di una bava di vento, mentre anche gli sguardi tra i pochi atleti che continuano la gara sembrano chiedersi : “è possibile?”. Ma questo ci aspetta, e al motto della gara “ONLY WHO DARES MAY FLY” in testa continuo stando attento e concentrato. Tutto sembra andare al meglio quando, verso il 17o km dove comincia la salita che porta alla fine del primo anello, comincio ad avvertire una crisi intestinale causata da quella che si rivelerà un’errata integrazione. Lo stomaco comincia a ribellarsi ed il dolore arriva ad essere insopportabile, causandomi un ulteriore accaldamento, tanto da avere la bocca estremamente secca pur bevendo continuamente. Accidenti !! Lo stomaco è chiuso, non ci passa più nulla e, peggio ancora, da qui parte un malessere generale e struggente, costringendomi in ginocchio ed a testa in terra. La mia testa sa cosa sta succedendo e cerca di fare il punto della situazione, cercando di capire il da farsi. Le forze sembrano essere svanite ed avverto tutta insieme la stanchezza dei chilometri passati. Alzo la testa ed incrocio così lo sguardo di mio fratello Mirko e di sua moglie Vanessa giunti lì per me, e del mio supporter Federico vicino a me, che in tutti i modi mi sostiene. Mi sollevo, ricomincio una lenta danza che mi accompagna per altri circa 4Km dove raggiungo un punto di ristoro. Altra crisi! Mi stendo, le condizioni sono le medesime… fino a che non mando giù dei crackers che riesco ad ingerire solo grazie ad un po’ di acqua frizzante, tanto secche bocca e gola. Nell’arco di 10′ circa sale l’energia, sembra assurdo, ma mi rialzo e comincio a correre dapprima piano, poi a passo veloce nelle varie salite è una corsa a 4’40” negli ultimi 4Km che portano alla fine del secondo anello! E’ bellissimo, ci sono! Nuovamente in T2, dove ora devo prepararmi per gli ultimi e duri 6 km che prevedono un dislivello di circa 1100 m.
Ultimo check-point … è ormai buio, l’atmosfera è sempre più suggestiva ed il fresco ora si fa sentire. Comincio a prepararmi, mi cambio sedendomi in terra cosi da recuperare nel frattempo con movimenti lenti… cambiare le scarpe non mi era mai sembrato cosi difficile! Passo al controllo del materiale obbligatorio per la salita e come me fa anche il mio supporter. Dopo tutti i controlli effettuati e la spunta dei materiali come da prassi della gara, la Dottoressa preposta dà l’ok per proseguire. Da lì cominciamo a salire in un percorso tanto duro quanto suggestivo che si sviluppa su una ascesa per cui i bastoncini sono d’obbligo. Gli scenari sono gli strapiombi di queste favolose montagne… passo dopo passo saliamo … il mio supporter mi sostiene di continuo moralmente perchè dei retaggi
intestinali si fanno ancora sentire, creando ancora qualche piccola crisi sul percorso. Sembra di non arrivare mai e Federico scandisce i metri di dislivello che man mano raggiungiamo. Dopo una sosta a circa 3,5 km, dove è presente una fontana, riprendiamo la nostra marcia. E’ fantastico, lo scenario è mozzafiato e, se non fosse per la fatica e la difficoltà anche solo a respirare, sarebbe d’obbligo assaporare ogni singolo secondo e scorcio. Il cielo ha un colore meraviglioso da quassù, e le stelle sembrano più vicine. Dopo l’ultimo tornante, ormai allo stremo, finalmente in lontananza il nostro arrivo… Eccolo, è laggiù, è così bello, così desiderato e fortemente voluto: ultimo chilometro, che si sviluppa in un falso piano non impegnativo, ma in cui lo strapiombo che si presenta è da brividi. Passo dopo passo assaporo quelle luci della finish line e mi gusto le voci che gridano il mio nome; ad un passo da essa raccolgo tutte le mie energie per godermi quel momento, alzare al cielo quella fantastica fascia che ti ripaga di tutto. Esce una lacrima, abbraccio il mio supporter, abbraccio Daddo che continua a dire il mio nome e abbraccio mio fratello che mi dice :“ ma cosa sei?”… e dentro di me, tra mille emozioni e tanto dolore, mi rispondo :” sono un EAGLEXMAN”.
Guardo indietro, e accompagnato dal forte vento che tira in quota, penso : “ ONLY WHO DARES MAY FLY”.