Ecco il racconto finale di Thomas che ci fa ripercorrere queste bellissime 15 tappe che con le quali ci siamo divertiti in questi ultimi tre mesi…
Per ogni cicloamatore affrontare un Tour è il sogno di una vita. Io l’ho fatto. E’ stato un Tour virtuale certo, e corso tra compagni di squadra. La classifica è stata decisa da cuore e gambe ma anche da internet assente, bluetooh difettosi, divieti di mogli, fidanzate e capi ufficio ma la sensazione di aver cavalcato per centinaia di chilometri fino a Parigi io l’ho vissuta. Alla partenza sapevamo che la vittoria sarebbe andata a uno tra Orlando, D’Antoni o Accarco, tutti atleti esterni al Team Panda (che questo tour lo ha organizzato). Il migliore dei nostri, Angelini, si è subito fermato per infortunio e questo ha aperto le porte del sogno, l’unico per me, di arrivare primo della nostra squadra. Le prime tappe corte le soffro. La differenza con i primi è immensa. Il nostro coach, Stefano, anima e ideatore della competizione parte fortissimo e riesca anche a vestire la maglia gialla di leader. Le tappe vanno avanti, aumentano chilometri e dislivello. Attraversiamo il magico mondo di Watopia in lungo e in largo. Davanti nascono polemiche, il software ha le sue insidie, e i sospetti sulla correttezza della gara allontanano Accardo, uno dei favoriti. Davanti D’Antoni e Orlando fanno gara tra loro ma dietro si apre lo lotta per il terzo posto. Ci sono anch’io. Sulle medie distanze trovo un buon passo e, aiutato da Matteo Vitulano e dallo stesso Stefano, rivali ma anche compagni di scia, rimonto in classifica generale. Arriva una tappa da 90 chilometri con un dislivello mostruoso. Io, Stefano e Matteo partiamo per affrontarla insieme poi un problema tecnico mi fa perdere un minuto. Cominciano, per me, due ore in solitaria di salita e sofferenza cercando di limitare il distacco da Matteo Vitulano, che vive una giornata spaziale e demolisce, portandolo al ritiro definitivo, Accardo. Alla fine il mio distacco da lui e Stefano è enorme. Mi serve una vera impresa per recuperare. L’occasione è la tappa successiva, 105 chilometri. Ci provo. Mi aggancio alle ruote di Orlando e D’Antoni e do l’anima. Stefano è tradito dalla sua connessione, Matteo molla a metà, io arrivo terzo al termine di una mattinata indimenticabile, e la classifica generale mi regala un terzo posto ormai blindato. Nelle ultime tappe, sostenuto da una buona forma, mi difendo dagli ultimi attacchi di Matteo. Provo a vincere una tappa, ma non riesco. Nell’ultima giornata duello con Furiassi, partito nelle retrovie ma cresciuto tantissimo, cosi’ come altri, nel corso delle tappe, che si è sudato sempre a spingere sui pedali in solitaria. Mi piace concludere questo giro proprio accanto a lui e pensare che ognuno di voi ha vissuto la sua grande avventura. Fabrizio D’Antoni vince alla grande il Tour, dopo aver duellato da campione con un atleta mostruoso come Luigi Orlando, secondo. Al terzo posto, e primo Panda, anche se a quasi trenta minuti dal primo, ci sono io.